mercoledì 23 marzo 2011

Acqua pubblica e rifiuto del nucleare (di Michele Tricarico) - 21.03.2011

Anche la società civile lucana a Roma il 26 marzo alla manifestazione nazionale.

Lucaniaworld Association for Individuality risponde concretamente all’appello del Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata che invita a manifestare a Roma.
Dedicandosi alla battaglia per l’acqua pubblica e al rifiuto del nucleare, Lucaniaworld crede così di difendere elementari diritti e di stimolare contestualmente alla partecipazione sociale.
Il mondo del volontariato, deve superare sempre più la dipendenza dal denaro per le proprie attività sociali, e lavorare per promuovere economie locali e sociali equilibrate, di consociazione e cooperazione. Bisogna costruire un mondo della solidarietà e dell’indipendenza che si incammina verso la reciprocità e verso il contrasto alla grave e diffusa disaffezione dalla politica e dalle istituzioni. Possiamo ora, con l’occasione del voto referendario su acqua e nucleare, meglio dedicarci alle problematiche legate ai diritti universali, alla salute, alla sicurezza e alle risorse necessarie.
Insieme dobbiamo riappropriarci della voglia di sognare, di continuare ad immaginare un mondo migliore, senza per questo criticare esasperatamente il passato o il presente. La liberazione ed un vero progresso si raggiungono con reciprocità ed entusiasmo, mentre la critica e la denuncia ci accompagnano verso la sterilità delle azioni e la chiusura in noi stessi, e conseguente assenteismo sociale.
Più che ragionamenti con alla base calcoli matematici e tatticismo esasperati per l’illusione del “garantito risultato”, ci vuole il coraggio di un’ampia visione di idealità che ci riportano a credere nell’impegno civile, nei suoi rischi e possibilità, nella giustizia, oggi sotto attacco.
Occorre ritornare a credere nella necessità della politica e rivendicare il suo naturale supporto nel cammino evolutivo positivo dell’uomo. Chi opera per il bene comune deve tener chiaro che l’appartenenza dell’uomo alla natura e alla specie animale umana, rivendica il rispetto dei suoi sensi e bisogni, limiti e obblighi biologici, mutabili solo rispettando tempi e modi dettati dalla stessa natura.
Nel meraviglioso viaggio che deve essere la vita, dove felicità e benessere devono superare la sofferenza, dove la mente deve considerarsi unica cosa con il corpo, riscontriamo, invece, che oggi ogni cosa è alterata. La solidarietà diventa “pietismo”, la sensorialità diventa “sesso”, l’interscambio “mercato” e, spesso, epicentro della truffa e della deriva, tanto per fare alcuni esempi di destabilizzazione. Perché non riportare equilibrio in ogni cosa, interpretando la natura, che ci ha dotati di un ricco bagaglio biologico, e che può darci sicuramente una mano?
Smettiamo di aspettare qualcuno che venga da non si sa dove a “salvarci”, portandoci le soluzioni dall’alto, senza creare coinvolgimento.
Piuttosto, ipotizziamo una regia globale che approfitta di ingenuità, buona fede e stili di vita errati, per depistare, indebolire e allontanarci dalle nostre funzioni naturali e da noi stessi. Immaginiamo, senza estremizzare, una regia che si è impossessata del meglio della conoscenza umana e che la usa per tenerci nelle peggiori condizioni di precarietà, visibile e non.
Questo è quello che subiamo dall’invisibilità, con meccanismo di deriva che innesta in noi, con probabile intelligenza artificiale, attraverso il cervello, paura, impotenza e schiavitù. Alcuni mi dicono che questa è fantascienza; e se invece fosse scienza? Del resto basta avere il coraggio di meglio documentarsi e osservare per avere riscontri.
Voglio segnalare con questo ragionamento la naturempatia lucana, che ci conduce all’interno di paradigmi sociobiologici, nella connessione con conoscenza e sapere biologico; noi la promuoviamo con grande sacrificio, visto che viviamo nell’attuale società neoliberale, della logica economica che la regola, e che ha quindi altri interessi.
Con la naturempatia, localmente possiamo limitarne fortemente i danni e controllare i processi legati alle risorse naturali, a cominciare dall’acqua che ha un valore insostituibile per la vita di tutti noi, come pure le energie tanto importanti che qualcuno vorrebbe anche in Italia snaturare, e produrre con l’assurdo “nucleare”.
Monitorando le attività industriali quali l’agricoltura, le modifiche genetiche alle piante, le estrazioni ed uso degli idrocarburi, le clonazioni ed il nucleare, emergono abusi che rappresentano parte della faccia del sistema dominante che ci costringe ad operare e vivere contro natura e quindi contro noi stessi, ben lontani dal capire. Il malessere prodotto da squilibrate attività abbassa le percezioni e le difese immunitarie, comprese quelle cerebrali.
Le produzioni naturali, se pur limitate possono rispondere ad esigenze locali, per uno sviluppo sostenibile che soddisfa i bisogni del presente, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare le proprie necessità.
Per noi lucani questo è un cammino meno difficile visto che siamo parte integrante dell’Unione Europea, che ancora resiste, almeno nei principi, agli ormai evidenti tentativi d’induzione alla deriva su tutti i fronti.
Uno dei pilastri del concilio di Lisbona così recita: “La responsabilità sociale è l’assunzione di responsabilità circa gli impatti delle proprie decisioni e attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente che contribuisca allo sviluppo sostenibile….con l’obbiettivo di affermare l’Europa come l’economia della conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile, accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione e da una maggiore coesione sociale”.
A tutto questo vuole contribuire, in maniera apprezzabile, l’esperienza lucana della formazione integrata in naturempatia, che con i suoi nuovi approcci all’apprendimento e alla conoscenza, è nella realtà un laboratorio sociale che mette al centro l’individuo, disintossica dal tecnicismo strutturale presente in noi con la monocultura che subiamo e che ci snatura, potenzia attraverso il corretto nutrimento delle proprie funzioni biologiche, sempre stimolando verso l’esigenza di contesti di qualità culturali, sociali, politici e istituzionali, necessari alla crescita individuale e collettiva.
Le culture-esperienze della naturempatia conducono ad attività a supporto dello sviluppo umano possibile, perché creano forza celebrale capace di individuare e contrastare ogni ipotizzabile arma e/o sistema in uso, che ci rende e tiene schiavi del sistema.
Potenziare le proprie funzioni celebrali significa non limitarsi a potenziare capacità legate solo al riequilibrio o alla volontà, ma potenziare ogni funzione di cui siamo naturalmente dotati, anche funzioni quali la pazienza e la tolleranza per non far lite.
E’ quindi una occasione utile per dibattere e confrontarci sui bisogni della vita anche la partecipazione attiva alla battaglia referendaria per l’acqua pubblica e il rifiuto del nucleare.
Non più contro se stessi.

Lucaniaworld Association for Individuality - http://www.natutaleappicato.eu/

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